8′ 50”, colori, sonoro, 2004

 

Ho messo a punto alcuni “esercizi” che mirano a rendere difficile ma non impossibile la lettura di un testo, tramite speciali marchingegni  appositamente studiati.  Nel riprendere le varie situazioni, si è fatta particolare attenzione ai singoli modi di reagire degli individui e alle dinamiche relazionali tra le persone.  La lettura che ne risulta tradisce nel tono e nell’accento la difficoltà a comprendere anche  il senso della frase.

Ho messo a punto alcuni “esercizi” che mirano a rendere difficile ma non impossibile la lettura di un testo, tramite speciali marchingegni  appositamente studiati.  Nel riprendere le varie situazioni, si è fatta particolare attenzione ai singoli modi di reagire degli individui e alle dinamiche relazionali tra le persone.  La lettura che ne risulta tradisce nel tono e nell’accento la difficoltà a comprendere anche  il senso della frase. Per comprensione intendo non solo l’aspetto razionalistico, ma anche quello emotivo, nel senso di far propria, di con-prendere la realtà. Tutti noi ci sforziamo di comprendere la realtà  e questo sforzo ci porta  evidentemente ad una effettiva maggiore comprensione, che è tuttavia pur sempre  relativa, perché  siamo “sempre in assenza di argomenti assolutamente determinanti” e perché  “qualsiasi conoscenza del reale è una conoscenza incompleta”. L’umano sforzo della comprensione della realtà ha inizio con la nascita e ci accomuna tutti. Ecco quindi la voce finale di bimbo in cui si percepisce tutto lo sforzo volenteroso e commovente di comprendere il testo che gli è dato leggere.  La lettura stentata, l’unica umanamente possibile,  è anche generatrice di  interpretazioni possibili.

 

SAPENDO INCONSAPEVOLMENTE

di Angela Vettese

 

Da anni, con calma e determinazione, Mariateresa Sartori conduce un lavoro che si centra tecnicamente sul video ma che non si arena all’interno di questo lessico. Il filo conduttore di opere anche molto diverse è anzitutto, ai miei occhi, la loro capacità di raccontare delle storie e di portarle a oscillare tra il microevento e un afflato epico. Peraltro la cifra stilistica dell’artista è una secchezza che non concede alla narrazione che i suoi tratti sintetici, anche quando essa si prolunghi nel tempo. Non c’è spazio per un sentimentalismo evidente, anche se questi documenti aprano voragini di emozioni – riso, attenzione, coinvolgimento, inmedesimazione e così via.

L’artista ha il merito di congiungere istanze morali con accenni alla ricerca scientifica e in generale con la conoscenza: il vero punto di svolta per la storia umana recente, ma soprattutto per quella futura ed in misura che stentiamo a immaginare.

Lo sforzo appare quello di fotografare gli uomini comuni, e attraverso di loro l’uomo nella sua generalità, mentre cercano di capire ciò che vivono: attraverso la scienza, attraverso il senso dell’orientamento, attraverso l’aggregazione in gruppi e i legami di gruppo più o meno forzati. La comprensione del mondo che riusciamo a raggiungere è peraltro forzatamente incompleta e destinata a comportarsi come un asintoto, una parabola che non può  giungere a toccare la linea verticale a cui  tende. Così capiamo senza capire, decidiamo senza avere gli elementi per farlo, agiamo sostanzialmente nel buio.  Ciò che è accaduto su scala filogenetica, alla specie, ovvero la sempre maggiore comprensione del mondo che ci attornia, accade anche su scala ontogenetica nello sviluppo del bambino; peraltro l’evoluzione del sapere comune così come l’educazione individuale sono i compiti più gravosi a cui l’umanità si sottopone, sapendo inconsapevolmente –  e si perdoni un inevitabile ossimoro, che è la medesima chiave del lavoro di Mariateresa Sartori – che questo è l’unico mezzo di difesa. Come gruppi e come individui, nei differenti momenti della storia e nei luoghi della geografia più disparati, impariamo a imparare in modo volenteroso, impegnato, accanito e per questo commovente. Citare nelle maniere più diverse la continua tensione a superare un limite invalicabile è ciò che, in questo lavoro, rende conto dell’eroica grandezza di un’umanità piccola e incerta.

Angela Vettese