Opera sonora, durata 8’39”, 2016

      1. domande. Teste calve che custodiscono il suono della voce materna - sartori

 Selezione di  frasi  interrogative pronunciate da Ingrid Bergman doppiata dalla voce di Lydia Simoneschi intervallate da lunghi silenzi e lievi rumori di interni casalinghi. Il sotto titolo “Teste calve custodiscono il suono della voce materna” riprende un verso di Wallace Stevens tratto dalla poesia “The woman that had more babies than that”

 Selezione di  frasi  interrogative pronunciate da Ingrid Bergman doppiata dalla voce di Lydia Simoneschi intervallate da lunghi silenzi e lievi rumori di interni casalinghi. Il sotto titolo “Teste calve custodiscono il suono della voce materna” riprende un verso di Wallace Stevens tratto dalla poesia “The woman that had more babies than that”

 

(…) Diventano vecchi rianimati da una voce materna

Bambini, vecchi e filosofi,

Teste calve che custodiscono il suono della voce materna.

L’io è un chiostro pieno del rumore dei ricordi

E di rumori da tanto tempo dimenticati, come quella voce,

A cui ritornano dopo averla scordata. L’io

Scopre il suono di una voce che lo raddoppia

In immagini di desiderio, in figure che parlano,

In idee che gli vengono sotto forma di parole.

Vecchi e filosofi sono assaliti da questa

Voce materna, luce nella notte (…)

Da The woman that had more Babies than that di Wallace Stevens

6 aprile 2017 lettera di Guido Barbieri, critico musicale, musicologo, drammaturgo. (RAI Radio 1, Radio 3, Consulente editoriale della Fondazione Musica per Roma per la musica contemporanea, direttore artistico della Società Aquilana dei Concerti “B:Barettelli”,  ha realizzato cinque dei venti volumi della “Grande Storia della Musica Classica” pubblicata dall’Editoriale “La Repubblica”, ecc. ecc.)

Cara Meri, ho appena ascoltato le tue due opere sonore, il tuo “dittico maternale”, e ne sono ancora un po’ turbato. I versi di Mariangela, nella tua “visione”, sono diventati così freddi da diventare incandescenti. Una specie di fusione gelida che li rende appuntiti come una stalattite. Il V-Effekt fa ancora miracoli, evidentemente: anche se la tua “tecnica di straniamento” porta all’esatto opposto, ossia ad una formidabile pietas, ad un’empatia quasi insostenibile. Stavo per cedere al pianto: mi ha salvato la compressione temporale dovuta all’eliminazione delle pause… Ed è poi geniale – lo dico senza alcun intento laudatorio – il metodo che hai seguito: la lettura a rovescio e per di più affidata ad una lettrice non italofona. Mi vengono in mente i canoni retrogradi dei compositori fiamminghi, sai, quelli che ha usato anche Bach nell’Offerta Musicale e nell’Arte della Fuga: un certo soggetto tematico, anche se viene letto al contrario, mantiene una perfetta discorsività e si combina senza alcun attrito con quello che viene letto seguendo invece il modo retto… Miracoli del contrappunto poetico…, in questo caso…

Mi ha incantato anche il procedimento contrario che hai adottato per il lavoro sulla voce di Ingrid: lì abolizione, qui espansione a dismisura delle pause. Per paradosso l’effetto è simile: anche gli interrogativi lasciati in sospeso creano un distanziamento, una oggettivazione del materiale sonoro che a contatto con i rumori domestici sembra diventare algido, lontano, inafferrabile: puro fenomeno, privo di cuore. E anche in questo caso, pensando al procedimento e a ciò che mi hai detto su tua madre, ci si ritrova immersi in una strana, misteriosa empatia “cardiaca”: della quale si intravede appena, in lontananza, appunto, l’identità… Scusami il disordine dei pensieri, ma li butto giù così, senz’ordine e controllo…

Mi sta assalendo una tentazione: vedo che il catalogo delle tue opere sonore ormai ha raggiunto una certa entità. Quantitativa e qualitativa. Potremmo pensare, allora, ad un incontro radiofonico sui temi e i modi della tua ricerca sonora? Utilizzando naturalmente i materiali che non richiedono l’ausilio della visione? In agosto mi sparo il mio canonico mesetto a Radio 3 Suite (dall’anno scorso ho ripreso a fare un po’ di radio…) : potrebbe essere l’occasione per un ragionamento comune…