Tutti quelli che vanno
Ciclo di disegni : Tutti quelli che vanno, Venezia, Milano, Marsiglia 2009-2019
Tutti quelli che vanno, Piazza San Marco, Venezia, per 3 minuti e 5 secondi, 2019
penna a pigmento di inchiostro, 250 x 225 cm, 2019,
installation view mostra Dire il tempo. Roman Opalka Mariateresa Sartori, Fondazione Querini Stampalia, Venezia 2019
Tutti quelli che vanno, Piazza San Marco, Venezia, per 3 minuti e 5 secondi,
dettaglio, 2019
Tutti quelli che vanno, Piazzetta San Marco, Venezia, per 1 minuto e 7 secondi,
2019, penna a pigmento di inchiostro su carta, 245 x 211 cm, Fondazione Querini Stampalia
installation view Dire il tempo. Roman Opalka Mariateresa Sartori a cura di Chiara Bertola
Fondazione Querini Stampalia, Venezia, 2019
foto Michele Alberto Sereni
Tutti quelli che vanno, 2020, Installation View, Galleria Michela Rizzo, Venezia,
foto Francesco Allegretto
LASCIO QUESTE TRACCE
Performance di Gustavo Frigerio
con Gustavo Frigerio e Mariateresa Sartori, 10/11 luglio 2020,
Galleria Michela Rizzo, Venezia, Festival Assembramenti.
Questa performance nasce dall’osservazione dei miei due grandi disegni della serie Tutti quelli che vanno, in cui le linee riproducono i movimenti delle persone in Piazza San Marco a venezia il 26 febbraio 2006 durante un preciso lasso di tempo (pochi minuti). Gustavo Frigerio assume in sé queste configurazioni, diventando linea, traiettoria, figura, muovendosi all’interno di uno foglio bianco che ha le stesse dimensioni dei disegni alle pareti.
Lascio queste tracce I Leave these traces. Link to the video
Lascio queste tracce, testo critico di Cecilia Bima
Partendo dai loro filmati ho realizzato dei disegni seguendo un procedimento rudimentale: ho seguito il movimento di ciascun pedone per il lasso di tempo che viene specificato nel titolo tracciandone il percorso con il pennarello su un foglio trasparente appoggiato sul monitor del computer. Poi ho riportato fedelmente il risultato su grandi e semplici fogli di carta bianca. Le linee tracciate con le loro diverse direzioni creano lo spazio, disegnando piazza San Marco, che di fatto non c’è. Spazio e tempo emergono grazie al movimento dell’umanità. Nel disegno di Piazzetta San Marco sono stati registrati anche i movimenti al suolo dei piccioni il cui addensarsi, lì dove c’è il cibo, crea configurazioni nebulose.
La modalità di realizzazione rende i tracciati imprecisi e quindi inutili da un punto di vista scientifico. Eppure si tratta di un’imprecisione non così approssimativa, nel senso che i movimenti vengono registrati abbastanza fedelmente, ovvero quanto lo permette l’umana percezione.
Mi interessano molto le modalità della percezione, così imperfette, ma sufficientemente perfette, tali da rendere possibile il nostro stare al mondo.
E quindi desidero che si tratti di una mera registrazione, abbastanza precisa, dell’accaduto. Non inventare nulla, osservare ciò che è stato e sapere che le cose sono andate così, anche se tutto poteva andare diversamente.
Chiara Bertola, L’illusione della certezza; Sergio Risaliti, Scrittura dell’invisibile appena percepibile,. In: Dire il tempo. Mariateresa Sartori, Ed.Gli Ori, 2019
Elisabeth A. Pergam, Drawing in the Twenty-First Century: The Politics and Poetics of Contemporary Practice, Ashgate Publishing Company, England, 2016, pag 407
Bruno Giorgini Senior Science Associate to the Physics of the city Laboratory and INFN, Bologna and Mariateresa Sartori, Human mobility world lines on urban topologies
Samuel Bordreuil, sociologist, Emeritus Senior Researcher at the French CNRS, Scientific Director of the IMéRA, Marseille, France
FLUX URBAINS, FIGURES LIBRES : L’IMéRA, EXPLORATORIUM ART/SCIENCES
De toute ligne pure, libre d’aller où elle veut et à son rythme propre, Paul Klee ne trouve pas de meilleure formule que de dire qu’elle « goes for a walk », qu’elle « sort faire un tour »… 1
Si la ligne pure se présente pour Klee comme un idéal esthétique, ira-t-on jusqu’à soutenir que le moindre passant ferait du Klee sans le savoir ?… Retraçant scrupuleusement ces tracés, c’est en tout cas avec ces lignes pures que Mariateresa Sartori renoue ! Plus précisément que sa main, sa main-sismographe, renoue. Comme elle le dit, « sa main voit », elle qui suit la trace sans jamais pouvoir la précéder.
Maintenant, ces ruissellements urbains, qui pour les recueillir ? Et en quelles citernes ? Savantes ou artistes ? On dira, pour l’heure, qu’ils se tiennent sur cette ligne de partage des eaux, cette ligne de crête, aussi bien entre « art et science » qu’entre « arts et arts » et enfin « sciences et sciences »…
Cette main, littéralement esclave du mouvement des autres, accomplit en effet deux choses en même temps. Dans son souci d’exactitude, elle se love dans le protocole de l’observation scientifique; mais elle libère aussi bien des secousses de vie et déplie leurs voltiges : une célébration que l’on attend de toute forme artistique …
En un mot, sans confondre ces bassins de sens, elle les met au défi de leurs raccords.
Si bien que ces dessins, cette installation, on propose de les recevoir comme le stylet de ce défi.