Grammatica della pioggia
2024, 200 x 200 cm, pennarello indelebile, olio di lino, fusaggine argentata e pioggia su tela
foto Francesco Piva
Sulla tela viene disegnata una fitta rete di quadrati su cui viene steso olio di lino. Con una cannuccia soffio il pigmento in polvere. La tela così trattata viene esposta alla pioggia: le gocce d’acqua che cadono sull’olio lasciano la loro impronta scoprendo la griglia a quadretti.
Sulla tela viene disegnata una fitta rete di quadrati su cui viene steso olio di lino. Con una cannuccia soffio il pigmento in polvere. La tela così trattata viene esposta alla pioggia: le gocce d’acqua che cadono sull’olio lasciano la loro impronta scoprendo la griglia a quadretti. È il tentativo di imbrigliare e misurare le gocce di pioggia inserendole in una griglia. Tentativo fallace che evidenzia mezzi insufficienti. Ciò che mi interessa è lo sforzo, il tentativo di misurazione di un fenomeno al di là del nostro controllo. Il tentativo di afferrare la realtà, la tensione verso una conoscenza che resta, inevitabilmente, incompleta, e che quindi evidenzia i nostri limiti, l’insufficienza dei nostri mezzi, ma che è al contempo (o proprio per questo?) creatrice di mondi.
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